ACIREALE / Concluso in diocesi il Giubileo della Speranza

28 dicembre 2025 - Cattedrale di Acireale

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Il vescovo Raspanti: «La speranza cristiana apre il cuore all’eternità e alla bellezza pensata da Dio per ciascuno»



ACIREALE – Si è concluso domenica 28 dicembre, festa della Santa Famiglia di Nazareth, il Giubileo della Speranza nella Diocesi di Acireale, aperto solennemente lo scorso anno. Un intenso anno di grazia, vissuto all’insegna del perdono, della conversione e della speranza, che ha visto una partecipazione sentita e diffusa dell’intera comunità acese.

Numerosi i fedeli e i religiosi che hanno preso parte alla celebrazione conclusiva nella Basilica Cattedrale, presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti, così come quelli che durante l’anno hanno visitato le altre chiese giubilari diocesane, i Santuari di Vena e di Valverde. Il Giubileo ha rappresentato per la Chiesa acese un vero cammino di crescita nella fede e di rinnovata comunione ecclesiale.

Nel corso dell’anno, parrocchie, movimenti e realtà laicali hanno promosso momenti di preghiera, formazione e carità: messe solenni, veglie, incontri di riflessione, pellegrinaggi e iniziative rivolte in modo particolare a giovani e famiglie, con l’obiettivo di annunciare e testimoniare la speranza che è Cristo.

Durante l’omelia della celebrazione conclusiva, il vescovo Raspanti ha richiamato il significato profondo dell’esperienza giubilare, sottolineando come Dio «si dona a noi attraverso i sacramenti, una presenza viva che abita in ciascuno di noi e ci trasforma interiormente». Il Giubileo, ha affermato, lascia in eredità «un rapporto profondo e rinnovato con Gesù Cristo».

Ampio spazio è stato dedicato al tema della speranza, definita dal presule «una delle virtù teologali, capace di proiettare l’uomo verso il futuro». Mons. Raspanti ha evidenziato la differenza tra la speranza umana, segnata dall’incertezza, e quella cristiana, che «non è un’illusione né una semplice probabilità, ma una certezza, perché nasce da Dio stesso».
«La speranza cristiana – ha spiegato –è un dono soprannaturale: è lo Spirito Santo che ci spinge verso Dio, unendoci a Gesù e, attraverso di Lui, alla Trinità per sempre».

Nel contesto attuale, segnato da fragilità e smarrimento, il vescovo ha invitato a non ridurre l’orizzonte della vita alla sola dimensione terrena: «Non siamo destinati a vivere per sempre sulla terra, ma per il cielo». Una prospettiva che, ha precisato, non allontana dalle responsabilità quotidiane, ma le rafforza, rendendo i cristiani più impegnati nella storia e nella custodia delle relazioni, del lavoro e della famiglia.

Infine, mons. Raspanti ha esortato a non disperdere quanto seminato durante l’anno giubilare, ma a portarlo nella vita quotidiana come frutto di conversione e incontro con Dio. «Siamo un popolo in cammino – ha ricordato – e il passaggio della morte non è motivo di paura, ma ingresso in Cristo, che è la nostra casa e la nostra pace».

Tra i momenti più significativi del Giubileo diocesano si ricordano la partecipazione dei giovani al Giubileo di Roma, l’evento con la Christian Band “The Sun”, il Giubileo dei giornalisti, quello delle aggregazioni laicali in occasione della Veglia di Pentecoste, il Giubileo dei catechisti, dei ministranti, degli ammalati e dei motociclisti, oltre ai numerosi percorsi di formazione biblica e teologica e alle iniziative di carità. In totale 31 i momenti giubilari calendarizzati, ai quali si sono aggiunte ulteriori celebrazioni.

Importante anche l’impegno nell’evangelizzazione digitale, come ricordato da don Roberto Strano nella riflessione introduttiva alla statio nella Basilica di San Sebastiano: video-catechesi curate dall’Ufficio Comunicazioni Sociali, con contributi rivolti agli adulti e ai bambini, hanno reso il Giubileo accessibile a tutti e offerto strumenti utili alle comunità parrocchiali.

Così è intervenuto don Roberto Strano, referente diocesano del Giubileo, che ha affermato: «Il Giubileo è stato un tempo di grazia che ha rimesso al centro la relazione personale con Cristo e il cammino comunitario della nostra Chiesa. Le tante iniziative vissute in diocesi hanno mostrato il desiderio di una fede incarnata, capace di parlare al presente e di generare speranza concreta».

Il Giubileo della Speranza si chiude così come un tempo fecondo per la Chiesa di Acireale, chiamata ora a continuare a testimoniare, nella vita quotidiana, la certezza di una speranza che non delude e che conduce alla pienezza della comunione con Dio.

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28 Dicembre 2025
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