Teatro / “La Compagnia che non c’è” presenta la commedia “Due matrimoni e un funerale”

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Articolo di Orazio Musmeci


Le parole sono per noi la più immediata ed efficace forma di comunicazione, ma pronunciate in libertà e senza alcun senso logico non bastano per veicolare un messaggio.

Altrettanto importante è il modo in cui vengono proferite: il tono e l’espressività assumono dunque un ruolo fondamentale e il luogo per eccellenza in cui ammirare o mettere in scena la potenza delle parole è senz’altro il teatro. Se poi questo è arricchito dal caratteristico uso del dialetto, la forza espressiva che trasmette si amplifica ulteriormente.

All’interno del nostro territorio assumono sempre più rilevanza e riscuotono un crescente successo gli spettacoli teatrali in siciliano: questi sono autentici contenitori di usanze e mentalità culturali, tradizioni linguistiche e costumi tipici della nostra terra, capaci di generare risate ma al tempo stesso riflessioni su temi di rilevanza sociale.

Nel corso degli ultimi decenni si sono formate diverse realtà che hanno dedicato parte del loro tempo al teatro ed in particolare alle rappresentazioni in dialetto: una di queste è “La Compagnia che non c’è”.

Si tratta di un gruppo teatrale amatoriale attivo da tanti anni nella frazione acese di Guardia. Un viaggio nella loro storia e nelle loro attuali attività ci viene offerto da Andrea Maugeri e Alfio Grasso, componenti storici della compagnia che hanno curato la regia del prossimo spettacolo “Due matrimoni e un funerale”: questo andrà in scena fra pochi giorni.

Come e quando nasce “La Compagnia che non c’è”? Da chi è stata fondata? 

Il gruppo teatrale amatoriale “La Compagnia che non c’è” nasce da un’iniziativa dell’Azione Cattolica Parrocchiale di Guardia e comincia ad andare in scena nel 1991. I fondatori siamo noi: Andrea Maugeri e Alfio Grasso.

Perché questa compagnia teatrale si chiama proprio così? 

Perché c’è sempre stata, ma a volte scompariva per poi riapparire. Abbiamo avuto qualche periodo di pausa, ma dal 2008 in poi abbiamo ripreso a pieno regime fino ad arrivare ad oggi. 

La vostra realtà si sviluppa in un contesto parrocchiale: cosa significa per voi? 

Fin dalle sue origini, le attività del nostro gruppo teatrale sono state totalmente messe al servizio della comunità ecclesiastica locale e l’intero ricavato degli spettacoli realizzati viene utilizzato per contribuire al finanziamento delle opere parrocchiali necessarie. Da sempre è stato così, perché tutti noi veniamo dal contesto della Parrocchia e in seguito nel corso degli anni la compagnia si è evoluta perché abbiamo avuto la possibilità di esibirci anche in altre piazze con diverse commedie.

Quali sono gli spettacoli principali che avete messo in scena nei vostri anni di attività? 

La compagnia ha spaziato tra gli autori delle commedie più conosciute del teatro popolare. Abbiamo rappresentato alcuni classici come “San Giovanni decollato” o “Mprestimi a to mugghieri” e poi anche altre opere come “Tre pecore viziose”, “Luntanu di sti vicini”, “Matrimoniu putativu”, “A bedda pinsioni”, “I commedianti”, “Il Boss…olo di casa nostra”, “L’eredità dello Zio Canonico”, “La Bizzocca”, “Giorno di festa”, “Il medico dei pazzi” e molte altre. 

Chi sono i membri della compagnia oggi e quali personaggi interpreteranno nel vostro prossimo spettacolo? 

Dopo oltre un trentennio, la compagnia ha mantenuto quasi tutto il nucleo fondatore del gruppo originale e nel corso degli anni si è arricchita di nuovi elementi. Nel nostro prossimo spettacolo “Due matrimoni e un funerale” i protagonisti saranno Orazio Rocca nel ruolo dell’oste Santu Sciaccumascidda, Luciana Calabretta che interpreterà la moglie Aitina Pistacchio, Marta Maugeri e Laura Rocca che saranno le due figlie Consolata e Addolorata, Adriana Bonanno nel ruolo di nonna Vanna Baglio, Orazio Musmeci che interpreterà il personaggio del fidanzato Saru Scupetta, Alfio Grasso nel ruolo del parroco Don Araziu e Pina Di Pasqua che sarà la cliente Provvidenza Didio. Una menzione particolare la meritano anche coloro che lavoreranno dietro le quinte per la buona riuscita della rappresentazione: ringraziamo l’assistente di scena Saretta Raciti, la sarta Ina Fichera, Maria Giovanna Cavallaro per trucco e parrucco, Nuccio Grippaldi, Orazio Rocca e Salvo Rocca per le scene, Manuel Battiato per le musiche e infine Aurora Bonaccorsi e Carmen Tabuso per la loro collaborazione. 

La prossima commedia che proporrete al vostro pubblico sarà proprio “Due matrimoni e un funerale”: quando e dove verrà rappresentata e di cosa si tratta? 

Metteremo in scena “Due matrimoni e un funerale” venerdì 25 luglio a partire dalle 20:30 all’interno del nostro cortile parrocchiale di Guardia. Lo spettacolo si svolgerà in occasione dei festeggiamenti in onore del compatrono Sant’Emidio. Si tratta di una commedia brillante suddivisa in due atti e scritta da Oreste De Santis. La storia è ambientata in un paesino siciliano negli anni ‘70 e vengono raccontate le vicende della famiglia Sciaccumascidda. Santu e Aitina gestiscono insieme una piccola osteria e sono aiutati dalle due figlie Consolata e Addolorata, molto diverse fra loro: la prima è tutta casa e chiesa e si prende cura della nonna Vanna (anziana signora in preda alla demenza senile) mentre la seconda è più estroversa e presto dovrebbe sposarsi con il suo fidanzato Saro, un giovane carabiniere. A sconvolgere gli equilibri di questa famiglia interviene Don Araziu, il parroco del paese che un giorno fa un annuncio a sorpresa a Santu e Aitina: le nozze fra Addolorata e Saro non si possono fare a causa della volontà di un malandrino locale chiamato Don Cicciu u Vappu. Similmente ai “Promessi Sposi”, dunque, questo prete si lascia sopraffare dalla paura (come Don Abbondio), ma insieme a Santu e Aitina cerca una soluzione per risolvere il problema. Nel corso della storia si susseguono vari avvenimenti, arricchiti dalla presenza della procace bionda Provvidenza Didio, altro personaggio che porterà scompiglio nella piccola osteria. L’evoluzione della commedia darà spazio a numerosi colpi di scena e ad un finale a sorpresa, nella speranza che lo spettacolo possa appassionare e soprattutto divertire chi lo verrà a vedere.

Orazio Musmeci  

 

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23 Luglio 2025
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