Insegnanti di Religione Cattolica / Giorni di confronto tra teologia, sociologia e didattica per educare al dialogo interreligioso

CAPO D’ORLANDO (Me) – «Per formare bisogna formarsi – ha sottolineato mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Nicosia e delegato CESi per l’Insegnamento della Religione cattolica – e queste giornate servono proprio a questo: non solo per i contenuti, ma anche per la modalità con cui si svolgono, offrono un contributo serio alle nostre chiese locali».
A Capo d’Orlando, in questo fine settimana, si è svolto il XXII Corso di aggiornamento regionale per insegnanti di Religione cattolica, organizzato dal Coordinamento regionale IRC della Conferenza Episcopale Siciliana, in convenzione con la Facoltà Teologica di Sicilia e il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il tema scelto – “Radici comuni, futuro condiviso: relazioni perdute, relazioni da ritrovare. Il contributo dell’IRC per una corresponsabilità del dialogo interreligioso nel Mediterraneo” – ha guidato una tre giorni di approfondimenti teologici, sociologici e didattici.
«Le nostre classi sono sempre più plurali e multiculturali – ha spiegato Barbara Condorelli, direttrice del Coordinamento regionale IRC –. Formare gli insegnanti su questi temi significa creare risorse nella scuola, capaci di intercettare le domande di relazione, di radici comuni e di pace dei ragazzi».

Tra gli interventi, don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà teologica di Sicilia, ha richiamato l’importanza della scuola come luogo di mediazione culturale, dove «i valori della Costituzione e del Vangelo si incontrano nella concretezza della vita».
Anna Staropoli, docente di Antropologia culturale, ha proposto un “Vocabolario mediterraneo” per ripensare le parole del dialogo, mentre la sociologa Roberta Di Rosa ha invitato a «un linguaggio più rispettoso e attento alla diversità, capace di riconoscere l’unicità dell’altro senza negare le differenze».

Si è svolta anche una tavola rotonda moderata dal teologo Alfonso Cacciatore, con le testimonianze di don Stefano Nastasi, rettore del seminario di Agrigento e già parroco a Lampedusa (“Mare Nostrum: sbarchi di umanità”), e dell’imam Kheit Abdelhafid di Catania (“Le corresponsabilità del dialogo per scommettere su intercultura e interreligione”).
Presente, infine, Ernesto Diaco, responsabile nazionale IRC, ha presentato il progetto “Schede per conoscere l’Ebraismo”, frutto della collaborazione tra il Servizio nazionale IRC della CEI e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, e, per il Mim, Bernardo Moschella.

