Commento al Vangelo / XXVI Domenica del Tempo Ordinario

domenica 28 settembre 2025

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Commento di Don Orazio Tornabene

 «Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti» (Luca 16,19-31)



Anche questa domenica il Vangelo scuote le nostre coscienze.

Domenica scorsa, se ricordate, Gesù concluse il suo discorso dicendo: «Non potete servire Dio e la ricchezza».

La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, infatti, mostra gli effetti che sortiscono le ricchezze sulle persone: hanno un effetto anestetizzante. Il ricco banchettava ogni giorno e non si accorgeva del povero che giaceva alla sua porta. Le ricchezze gli avevano chiuso gli occhi e il cuore.

Anche noi, se appagati da mille cose, rischiamo di stordire i sensi.

Diventiamo incapaci di vedere i tanti Lazzaro che siedono ai portici delle nostre città. I poveri sono la voce incarnata del profeta, il quale ci ricorda che abbiamo anteposto l’io a Dio.

La prima lettura dal profeta Amos ci mette in guardia proprio da questo torpore: «Guai agli spensierati di Sion… distesi su letti d’avorio, sdraiati sui loro divani, mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla… ma non si affliggono per la rovina di Giuseppe!» (Am 6,1.4-6).

È l’immagine di chi si rifugia nel lusso e nel benessere, dimenticando la sofferenza del popolo e la giustizia di Dio. Una denuncia che non appartiene solo al passato, ma che interpella con forza anche il nostro presente.

Svegliamoci dal torpore causato dal benessere, che ci vuole ancorati all’al-di-qua, ebbri del nulla.

Scegliamo la via di Dio che, come ricorda l’Apostolo, è tendenza «alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza» (1Tm 6,11).

Combattiamo la buona battaglia della fede contro i nostri egoismi, cercando in ogni cosa di raggiungere la vita eterna, alla quale siamo stati chiamati e per la quale ogni domenica facciamo la nostra professione di fede (cf. 1Tm 6,12).

Il ricco epulone e gli spensierati di Sion sono lo specchio di ciò che potremmo diventare, se lasciamo che il benessere ci addormenti l’anima.

Lazzaro, invece, è l’immagine di Cristo povero e sofferente, che ci attende alla porta delle nostre giornate per risvegliarci all’amore vero.

Buona Domenica a tutti

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27 Settembre 2025
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