RIFLESSIONE / Solennità di Cristo Re dell’Universo

Domenica 23 novembre 2025

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Riflessione di don Orazio Tornabene 

Cristo è Re proprio così: entrando nelle nostre ferite, nei nostri smarrimenti, nelle nostre paure. È Re perché non ha paura della verità della nostra vita.



Solennità di Cristo re dell’universo. Che tipo di re? Non certo secondo l’immaginario mondano, con corona, mantello e scettro.

Come sempre i suoi pensieri non sono i nostri pensieri (cfr. Is 55,8) ed addita all’umanità la via dell’autenticità e non certo quella dell’apparenza.

Cristo è re pastore, che ha a cuore il benessere del Suo gregge, non stancandosi di andare alla ricerca di ogni figlio smarrito, scendendo nei deserti e nelle “depressioni” dell’umanità; è re sacerdote, che non offre animali quale vittime di espiazione, ma offre al Padre sé stesso e tutta l’umanità che ha incarnato; è re che si è spogliato per rivestirsi con un grembiule e, inginocchiato verso i suoi, ha lavato i piedi, dando l’esempio; è re che, alle gemme ed ai broccati, si è lasciato incoronare di spine e rivestire di ignominia.

Alla fine della missione, giunto sul Golgota, non c’erano troni né corone d’oro ad attenderlo. Solo tre croci.
Eppure, proprio lì, in mezzo alla polvere e al dolore, si rivela un Re diverso da tutti: un Re che non comanda, ma ama; che non scende dalla croce, ma resta accanto a chi soffre. Si rivela re che parla di essenzialità: spogliato di tutto, si offre (cfr. Fil 2,6-11) per riappacificare tutti nel sangue della sua croce, quelli che stanno sulla terra e quelli che stanno nei cieli (cfr Col 1,20).
Inchiodato sulla croce, tra due malfattori. Uno lo insulta e l’altro invece lo guarda: non ha molto da offrire, solo la verità della sua vita sbagliata. E con un filo di voce gli dice: “Ricordati di me”.
È una preghiera semplice, quasi un sospiro… ma è tutto ciò che l’uomo ha quando gli crollano le certezze. E Gesù gli risponde subito: “Oggi sarai con me nel paradiso”.
“Oggi”: non domani, non quando avrà meritato qualcosa.
È la parola che cura l’angoscia del presente e apre un futuro possibile.

Cristo è Re proprio così: entrando nelle nostre ferite, nei nostri smarrimenti, nelle nostre paure.

È Re perché non ha paura della verità della nostra vita.
E noi, come quel malfattore, possiamo ancora dirgli: “Ricordati di me”.
Ed è lì, in quella consegna semplice e sincera, che ricomincia il nostro “oggi” nuovo.

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22 Novembre 2025
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