CHIESA / Testamento Spirituale del vescovo Giuseppe Malandrino

Agosto 2025

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Pubblichiamo integralmente il testamento spirituale di Giuseppe Malandrino, Vescovo di Acireale (dal 1979 al 1998) e Vescovo di Noto (dal 1998 al 2007), che ha reso l’anima a Dio nella mattinata di domenica 3 agosto 2025.



Riporto, innanzitutto, quanto ebbi a scrivere nel passato in un testamento olografo, poi annullato. Considero, però, la parte che adesso scrivo ancora valida.

Acireale, 11 febbraio 1981 – festa della Madonna di Lourdes 

Non ci provo neppure a tracciare un grande testamento spirituale perché ciò richiederebbe tutta una ricchezza interiore che non mi sembra proprio di possedere: lo sanno bene sia Dio benedetto che tanti fratelli… Non sembri strano che la convinzione della mia pochezza si sia rafforzata dal momento della mia elezione a Vescovo: ciò spiega tutta la lotta- interiore ed esteriore- per accettare il ministero episcopale.

Perfettamente cosciente dei miei limiti e delle tante mancanze, sono vivamente grato alla misericordia del Signore che mi ha accolto sempre, da figliol prodigo, nella sua Casa di Padre. Sono grato alla Vergine della Fiducia che mi è sempre stata Scala per tentare la comunione con Dio e coi fratelli. Sono grato ai miei cari parenti per il tenero affetto che mi hanno costantemente dimostrato, senza essere mai d’inciampo al mio ministero.

Sono grato agli amati confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio e a tutti i diletti fratelli e sorelle del Popolo di Dio, nel quale sono stato particolarmente inserito, per la comprensione, l’amicizia e la solidarietà che mi sono state donate.

Pur sentendomi- e lo sono veramente- piccolo, mi pare però di aver capito una cosa grandissima, per bontà del Cristo Signore, e cioè l’essenzialità della comunione con Dio e coi fratelli che si nutre permanentemente del docile ascolto della Parola di Dio e della “frazione del pane”.

So benissimo che tale obiettivo nella sua pienezza è escatologico e non riesco, pertanto, a realizzarlo adeguatamente; mi è però sempre dinnanzi!

Mi rendo conto- e sperimento costantemente- che non posso realizzare la mia vita umana, ecclesiale e spirituale senza tendere, realmente e costantemente, a questa comunione.

Credo fermamene nella vita eterna nella quale “già sono come figlio di Dio” e che mi sarà pienamente svelata come “erede”: per questo, esclusivamente fiducioso nella misericordia e bontà del Padre, oso sperare- e operare- in prospettiva del pieno inserimento, già fin d’adesso e soprattutto dopo la morte, nella Comunione dei Santi, arrivati in Patria o ancora pellegrini in terra.

Desidero, adesso, aggiungere alcune riflessioni e una preghiera.

Ho spesso lasciato come ricordo, soprattutto nelle Visite Pastorali, 3 C:

  • coerenza tra fede e vita;
  • costanza perché Cristo è sempre con noi;
  • coraggio giacché “Cristo nostra speranza… non delude”.

Nei rapporti, poi, con il mondo sociale e politico ho fatto spesso la proposta delle 5 S:

  • studio attento delle situazioni;
  • solidarietà concreta e senza discriminazioni;
  • servizio generoso, soprattutto verso gli ultimi;
  • sinergia, l’unità come “segno” e come efficienza;
  • speranza ben motivata e vissuta con saggezza e discernimento. 

Dulcis in fundo!…. Termino ora pregando: O Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, ho sempre ripetuto nella mia vita che sono nelle tue mani e desidero ardentemente rimanervi nel tempo e nell’eternità. Lo so bene che a questo forte desiderio non sempre ha corrisposto una vita coerente.

Ti chiedo subito, pertanto, perdono delle tante e ripetute manchevolezze nell’amore verso di Te e i fratelli. Ad imitazione del figliol prodigo, mi sono sempre, anche se spesso pigramente, rialzato e, fiducioso nel tuo amore e nel tuo perdono, ho fatto ricorso al sacramento della riconciliazione per tornare nella tua “casa”. 

Nei riguardi del prossimo non sono mancate purtroppo le solite incomprensioni e tensioni, con atteggiamenti spesso vivaci. Sento, però, di ringraziarTi vivamente per la grande grazia concessami della pronta disponibilità a dare e chiedere il perdono a tutti, senza restare condizionato da queste situazioni imbarazzanti. 

Concludo confessando, o buon Papà, che ho sempre fortemente creduto nel tuo amore per me, non pienamente poi corrisposto nella mia vita, ma non per questo da te annullato o diminuito. E menomale, poi, che il dolcissimo cuore del tuo figlio Gesù è rimasto costantemente aperto e ha effuso il suo santo spirito che “è Signore e da la vita”, come sempre ho sperimentato con l’aiuto di Maria Mia Fiducia Mia.

Noto, 26 gennaio 2008

+ Giuseppe Malandrino

vescovo emerito di Noto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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25 Agosto 2025
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