
“Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”
Commento di Don Orazio Tornabene
Oggi contempliamo il mistero che è sorgente, orizzonte e senso di tutta la nostra fede: Dio è Trinità.
Non un enigma da risolvere con la ragione, ma una verità da accogliere nella relazione: Dio non è solitudine, non è chiuso in sé. In principio – prima del tempo, prima del mondo – Dio è amore, proprio perché è relazione, comunione eterna tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Tre Persone distinte, un solo Dio. Il Padre ama da sempre il Figlio, il Figlio risponde con amore al Padre, e lo Spirito è l’Amore vivo che li unisce. Questa è la Trinità: un Dio che non esiste per sé solo, ma che è apertura, dono, comunione.
Per questo motivo la Scrittura non ci presenta definizioni della Trinità, ma storie di amore. Dio è amore e amare significa collaborare accettando le caratteristiche proprie alla Persona: il Padre crea e custodisce; il Figlio salva e dona la vita; lo Spirito guida e rinnova i cuori.
È nella Trinità che scopriamo il volto di Dio e, insieme, la verità più profonda sull’essere umano: anche noi siamo fatti per la relazione. Creati a immagine di Dio, non possiamo vivere da soli, né per noi stessi. Abbiamo bisogno degli altri per essere pienamente noi stessi.
La Trinità è il modello e la sorgente di ogni autentica comunità: nella famiglia, nella Chiesa, nella società. Vivere “a immagine della Trinità” significa vivere nell’amore reciproco, nel rispetto delle differenze, nella comunione dei cuori.
Nel nome della Trinità iniziamo ogni preghiera, ogni sacramento, ogni gesto liturgico: non è una formula, è una confessione di fede. È la consapevolezza che tutto nasce e ritorna da un Dio che è amore in sé stesso e amore per noi.
Allora, oggi, davanti a questo mistero, non resta che aprire il cuore con stupore e gratitudine, e lasciarci abitare da Dio che è Padre che ci ama, Figlio che ci salva, Spirito che ci vivifica.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.