COMMENTO AL VANGELO / Ascensione del Signore

Domenica 1 giugno 2025

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“Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo” (Lc 24,51)

Commento di Don Orazio Tornabene



L’Ascensione non è un distacco, ma un compimento.

Gesù non si allontana per abbandonare, ma per spalancare una nuova possibilità: il ponte tra cielo e terra, abitando i cuori delle persone nella potenza dello Spirito. La sua salita al cielo non è fuga dal mondo, ma l’inizio di una presenza più profonda e universale. Ora Egli è il Signore glorificato che opera nella storia attraverso la sua Chiesa e i suoi testimoni.

Nel giorno dell’Ascensione, contempliamo il mistero di un Cristo che si innalza per attirare a sé ogni uomo.

Con l’Ascensione, la Pasqua non si chiude, ma raggiunge la sua pienezza. Dopo la croce e la risurrezione, Gesù ritorna al Padre con la nostra umanità trasfigurata, portando con sé ogni ferita redenta, ogni attesa accolta, ogni amore donato.
L’Ascensione, non è un addio, ma promessa e invio: “Di me sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra” (cf. At 1,8).
Questa luce che ascende e consola i cuori feriti che ho cercato di esprimere in questi miei versi, che possono essere letti come meditazione poetica del mistero celebrato:

Ascensione
In Oltre l’Adesso. Nel divenire dell’essere.

Ascensione

Dal dì di Pasqua, rotolata che fu la pietra,/
la tua luce spazza via dal mondo i fatui miraggi./
No, non eran del sole i raggi,/
solo dinanzi alla tua gloria la tenebra arretra./

Non più spazio alla notte tetra./
Questa luce ascende, liberando gli ostaggi,/
si erge fino al Padre consolando gli oltraggi./
Senti la Parola giungere al suon di cetra?/

È il suono della preziosa libertà a noi donata,/
qual estrema ratio d’amor del Creatore/
la vita del Figlio costata./

Beneficiamo la presenza dell’Amore/
e nostra vita dal Paraclito abitata:/
l’Ascensione permise perfetto favore.

In questa poesia ho cercato di dare voce alla libertà nuova che nasce dalla Risurrezione e culmina nell’Ascensione: la tenebra che arretra, la luce che consola, la vita donata che ci rende abitati dallo Spirito.
L’Ascensione non segna la fine del tempo della presenza, ma l’inizio del tempo della missione: siamo Chiesa inviata nel mondo, sospinta dallo Spirito, portatrice della luce del Risorto.
Che questa solennità sia per ciascuno di noi slancio verso l’alto e radicamento nella terra, occhi fissi in cielo e mani operose sulla terra, nella speranza che un giorno saremo con Lui, dove Lui è.

Buona Domenica!

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31 Maggio 2025
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