LEGALITÀ / A Piedimonte Etneo un incontro di testimonianza con la reliquia del Beato Don Pino Puglisi

Maggio 2025

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Il vescovo Raspanti: “Chi sceglie il Vangelo, sceglie la giustizia. Non ci sono compromessi possibili”



PIEDIMONTE ETNEO – Si è tenuto nella mattinata di sabato 24 maggio, nella Chiesa dell’Immacolata al Convento retta da don Mario Gullo, un partecipato incontro di riflessione e testimonianza in occasione della Peregrinatio della reliquia del Beato Don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993.

L’evento rientra nel ciclo di appuntamenti per la legalità avviato lo scorso anno dalla Diocesi di Acireale, con la presenza della reliquia del giudice Rosario Livatino ad Aci Catena e a Riposto. Un cammino che unisce fede e impegno civile, nel solco della memoria di testimoni credibili del Vangelo vissuto fino all’estremo sacrificio.

All’incontro, alla presenza di autorità civili e militari, hanno preso parte il vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, mons. Antonino Raspanti, il magistrato Giovanbattista Tona e la prof.ssa Rosaria Cascio, amica personale del Beato Puglisi. A moderare gli interventi è stato il prof. Marco Pappalardo, direttore regionale per la Pastorale Scolastica e Universitaria.

La prof.ssa Cascio ha ricordato come Don Pino sia stato “un educatore capace di ascoltare il territorio e i giovani, offrendo loro esempi concreti e autentici di legalità e Vangelo vissuto”. Il magistrato Tona ha ribadito che “la lotta alla mafia passa anche attraverso la rottura del silenzio che copre e favorisce la mentalità mafiosa. Don Pino ha reso visibile l’incompatibilità tra Vangelo e mafia, tra giustizia e illegalità.”

Nel suo intervento, mons. Raspanti ha richiamato la lettera “Convertitevi” dei vescovi siciliani, pubblicata a trent’anni dalla storica visita di Papa Giovanni Paolo II in Sicilia, e ha sottolineato l’impegno crescente della Chiesa nel contrasto alla cultura mafiosa. In questo solco si inserisce anche il decreto diocesano firmato dallo stesso vescovo, che nega le esequie religiose a coloro che sono stati condannati in via definitiva al regime del 41 bis per reati di stampo mafioso, salvo segni pubblici e concreti di pentimento.

“Oggi la Chiesa sa di dover testimoniare il Vangelo anche attraverso la promozione della legalità – ha affermato mons. Raspanti –. Il giudizio di Dio segna con chiarezza il limite tra il bene e il male”.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti del parroco don Gullo e del sindaco Ignazio Puglisi.



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24 Maggio 2025
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