
Come grano che germoglia nel silenzio della terra
Commento di Don Orazio Tornabene
Liturgia del giorno – Sabato 19 aprile 2025 – Sabato Santo
Il Sabato Santo è il giorno del silenzio.
Niente liturgie, nessun canto. La Chiesa tace. Il cielo tace. Dio sembra tacere.
Cristo è nel sepolcro. È sceso nelle profondità della terra, è entrato nella notte più buia dell’uomo. Eppure… proprio nel silenzio qualcosa accade.
Come un seme caduto nella terra, anche il corpo di Gesù sembra nascosto, dimenticato, spento. Ma nel segreto della tomba, la vita sta germogliando.
Nel grembo della terra, Dio sta preparando la risurrezione.
Nel silenzio di Cristo, vi è il silenzio di Dio e quello dell’uomo.
Cristo tace, ma non è un silenzio vuoto: è il silenzio della discesa agli inferi, della solidarietà piena con ogni uomo toccato dal dolore, dallo smarrimento, dall’abbandono, dalla morte.
È il silenzio del Verbo che ha detto tutto e ora si consegna totalmente al Padre.
Nel silenzio del Sabato Santo, Dio tace. Ma è un silenzio gravido di speranza, perché porta la salvezza. Non è assenza, ma attesa. Non è indifferenza, ma rispetto. È lo spazio in cui la libertà umana può fiorire, senza forzature.
Nel silenzio del Sabato Santo, l’uomo tace. E solo nel silenzio può risuonare la Parola, quella vera, quella eterna.
Il Sabato Santo è la soglia: è il grembo dell’umanità rinnovata, dove la fede si affida, dove la speranza prende radice, dove l’amore attende la sua aurora.
Nel silenzio di Cristo, Dio è più vicino che mai.
E l’uomo è chiamato a credere senza vedere, ad amare nel buio, ad attendere la luce che non delude.
Il Sabato Santo è tempo di attesa, ma non di assenza.
È il giorno della fede nuda, che crede anche quando non vede.
È il giorno della speranza che spera contro ogni speranza.
Perché il Dio della Vita non ha detto l’ultima parola. E l’ultima parola sarà: Luce. Vita. Risurrezione.