Il vescovo A. Raspanti nominato membro del pontificio Consiglio della Cultura

11/11/2019 - Il vescovo A. Raspanti nominato membro del pontificio Consiglio della Cultura

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Lunedì 11 novembre 2019 S.E.R. mons.Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice presidente della CEI, è stato nominato, per 5 anni, membro del Pontificio Consiglio della Cultura.

Il Pontificio Consiglio della Cultura affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II, e rappresenta una finestra aperta sul vasto, molteplice, inquieto e ricchissimo mondo della cultura contemporanea.

Esso è il Dicastero della Curia Romana che coadiuva il Sommo Pontefice, in ciò che concerne l’incontro tra il Vangelo e le culture e le relazioni della Chiesa e della Santa Sede con i mondi culturali. L’obiettivo è quello di riaprire un dialogo sincero, affinché i rappresentanti della scienza, della letteratura e dell’arte si sentano riconosciuti dalla Chiesa come cercatori autentici del vero, del buono e del bello.

I membri sono rilevanti personalità della Chiesa e del mondo della Cultura, nominati tra Cardinali, Vescovi, Ecclesiastici e Laici. Ad essi compete aiutare il Presidente a identificare le principali sfide culturali della Chiesa, e a stabilire le grandi linee di lavoro del Dicastero. I membri si riuniscono normalmente ogni due anni nell’Assemblea Plenaria. In determinati casi, possono anche intervenire a nome del Dicastero in riunioni internazionali.

Al nostro Vescovo, mentre manifestiamo le congratulazioni per il prestigioso incarico, auguriamo un fecondo ministero a servizio della Chiesa universale



Pontificio Consiglio della Cultura

PROFILO

Il Pontificio Consiglio della Cultura affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II, e rappresenta una finestra aperta sul vasto, molteplice, inquieto e ricchissimo mondo della cultura contemporanea. La Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (1965) ha espresso pienamente la necessità che la Chiesa si ponga a confronto con le istanze emergenti della cultura contemporanea. Assume un rilievo cruciale la prospettiva del dialogo creativo e profondo come strumento imprescindibile di reciproca conoscenza, di reale incontro e di reciproca fecondazione.

E così, raccogliendo la ricca eredità del Concilio Vaticano II, Paolo VI, il 9 aprile 1965, creò il “Segretariato per i non credenti” (che nel 1988 passò a denominarsi Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti), inteso come luogo stabile di dialogo con gli uomini di buona volontà che non si riconoscono in una religione specifica. Successivamente, Giovanni Paolo II istituì , il 20 maggio 1982, il Pontificio Consiglio della Cultura. Si giunge così al 25 marzo 1993, quando Giovanni Paolo II, con il Motu proprio Inde a Pontificatus, unifica il Pontificio Consiglio della Cultura e il Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti per formare un unico organismo, che porta il nome di Pontificio Consiglio della Cultura. Con il Motu Proprio Pulchitudinis fidei (30-07-2012), Benedetto XVI ha unito la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa al Pontificio Consiglio della Cultura.

  1. Scopi e compiti del Consiglio

A.- Il Pontificio Consiglio della Cultura è il Dicastero della Curia Romana che coadiuva il Sommo Pontefice, in ciò che concerne l’incontro tra il Vangelo e le culture e le relazioni della Chiesa e della Santa Sede con i mondi culturali. L’obiettivo è quello di riaprire un dialogo sincero, affinché i rappresentanti della scienza, della letteratura e dell’arte si sentano riconosciuti dalla Chiesa come cercatori autentici del vero, del buono e del bello.

B.- Vasto lo spettro dei compiti affidati al Consiglio:

1.- Promuovere innanzitutto l’ incontro del Vangelo con le culture del nostro tempo, fortemente segnate dalla non credenza e dall’indifferenza religiosa, favorendo il duplice dinamismo dell’ apertura delle culture alla fede cristiana e del Cristianesimo alle grandi correnti culturali della modernità. Un dinamismo che riporti la Chiesa nel cuore del nostro tempo, e ne potenzi la capacità di essere creatrice di cultura e fonte ispiratrice delle scienze, della letteratura e dell’ arte (Cfr. Motu Proprio “Inde a Pontificatus”, art. 1).

2.- Focalizzare l’attenzione della Chiesa sui gravi fenomeni di frattura tra il Vangelo e le culture. E’ urgente indagare le cause e le conseguenze di tale frattura per quanto riguarda la fede cristiana, con l’intento di fornire sussidi adeguati all’azione pastorale della Chiesa per l’evangelizzazione delle culture e l’inculturazione del Vangelo (Cfr. Ibid., art. 2).

3.- Favorire le relazioni della Chiesa e della Santa Sede con il mondo della cultura, assumendo iniziative appropriate concernenti il dialogo tra la Fede e le culture, e il dialogo interculturale. (Cfr. Ibid., art 3).

4.- Ricercare e stabilire, anche in forma stabile, il dialogo con coloro che non credono in Dio o non professano alcuna religione, cercando i modi di una sincera collaborazione. A tale scopo il Consiglio organizza e partecipa a convegni di studio e a incontri con l’ausilio di persone esperte (Cfr. Ibid., art. 4).

5.- Valorizzare il patrimonio storico-artistico della Chiesa attraverso la conoscenza e studio, l’animazione culturale e pastorale dei diversi beni culturali: arte liturgica, biblioteche, archivi, musei, musica sacra, cultura immateriale …

6.- Proporrecriteri e far conoscere esperienze positive di custodia, restauro, catalogazione, difesa dei beni culturali, l’organizzazione di mostre e servizi didattici, cosi come la promozione di nuove e degne committenze.

7.- Seguire e coordinare le attività delle Pontificie Accademie (Cfr. Ibid., II, e Lettera autografa di fondazione), fatta salva l’autonomia dei rispettivi programmi di ricerca, in maniera da promuovere la ricerca interdisciplinare e dare maggiore risonanza alla loro opera.

8.- Farsi partecipe delle preoccupazioni culturali dei Dicasteri della Santa Sede, e realizzare progetti comuni con altri organismi della Sede Apostolica, al fine dell’evangelizzazione delle culture (Cfr. Lettera autografa di fondazione).

9.- Dialogare con le Conferenze episcopali e con le Conferenze dei Superiori e Superiore Maggiori, condividendo e promuovendo iniziative e ricerche che permettano alle Chiese locali un’attiva presenza nel proprio ambiente culturale (Cfr Ibid ).

10.- Collaborare con le Organizzazioni internazionali cattoliche: universitarie, storiche, filosofiche, teologiche, scientifiche, artistiche, intellettuali, e promuovere la reciproca collaborazione (Cfr. Ibid.).

11.- Seguire l’azione degli Organismi internazionali, a cominciare dall’Unesco e dal Consiglio d’ Europa, che si interessano di cultura, beni culturali, filosofia, scienze fisiche ed umane, e assicurare un’efficace partecipazione della Santa Sede agli incontri internazionali. (Cfr Ibid. ).

12.- Seguire la politica e l’azione culturale dei diversi Governi del mondo (Cfr Ibid.)

13.- Facilitare il dialogo tra la Chiesa e le culture al livello delle Università e dei Centri di ricerca, soprattutto per quanto riguarda i Centri culturali cattolici, e promuovere incontri con il mondo dell’arte e delle diverse specializzazioni (Cfr Ibid.).

14.- Accogliere a Roma i rappresentanti dei diversi mondi culturali del pianeta. (Cfr Ibid.).

  1. Struttura del Consiglio

Il Pontificio Consiglio della Cultura è articolato in tre Sezioni: Fede e Cultura, Dialogo con le Culture, e Beni Culturali, che perseguono i compiti dei tre organismi precedenti.

1.- L’attività ordinaria è affidata al personale permanente residente in Roma.

2.- L’Assemblea plenaria del Consiglio ha luogo almeno una volta ogni tre anni. Essa ha il compito di studiare e di definire i programmi del Dicastero, di dar vita a uno scambio di esperienze e di riflessioni sulle diverse situazioni culturali delle società contemporanee. Sono invitati i Membri del Dicastero: nominati ad quinquennium dal Santo Padre, e provenienti da varie parti del mondo.

3.- Per lo studio di questioni che rivestono speciale importanza, il Consiglio si avvale anche dell’opera di Consultori nominati ad quinquennium dal Sommo Pontefice: specialisti nelle diverse branche della cultura o nella pratica del dialogo con i non credenti, residenti in tutti i continenti. Essi assistono il Dicastero mediante ricerche, informazioni e pareri.

  1. Attività del Consiglio

Possiamo riassumere la multiforme attività del Dicastero attorno ai seguenti punti:

  1. Accoglienza dei visitatori. Si effettuano incontri regolari con i Vescovi che giungono a Roma, in occasione della visita ad limina, e con altri visitatori e rappresentanti del mondo della cultura.
  2. Convegni. Il Dicastero organizza colloqui, giornate di studio, indice riunioni o partecipa agli incontri promossi da altri enti, a livello internazionale, nazionale o regionale.
  3. Contatti. Il Consiglio intrattiene relazioni con gli altri Dicasteri della Curia Romana, con le Conferenze episcopali e le Chiese locali, con gli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, con le Rappresentanze della Sede Apostolica presso gli Stati, con l’ Unesco e con altri Organismi internazionali non-governativi.
  4. Pubblicazioni. Il Consiglio pubblica la rivista quadrimestrale Culture e Fede con articoli e notizie in francese, inglese, italiano e spagnolo. Vengono, inoltre, pubblicati libri e opuscoli, una newsletter, e,infine, gli Atti dei più importanti convegni che organizza.
  5. L’attività ordinariacomprende diversi impegni da parte del personale addetto: la cura della corrispondenza con la Chiesa universale e con il mondo della cultura, la preparazione di Istruzioni per i Rappresentanti Pontifici, ecc.

 

MEMBRI

I membri del Pontificio Consiglio della Cultura sono rilevanti personalità della Chiesa e del mondo della Cultura, nominati dal Santo Padre per cinque anni: Cardinali, Vescovi, Ecclesiastici e Laici. Ad essi compete aiutare il Presidente a identificare le principali sfide culturali della Chiesa, e a stabilire le grandi linee di lavoro del Dicastero. I membri si riuniscono normalmente ogni due anni nell’Assemblea Plenaria. In determinati casi, possono anche intervenire a nome del Dicastero in riunioni internazionali.

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15 Novembre 2019
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