
In occasione del Giubileo della Speranza il Vescovo di Acireale, Monsignor Antonino Raspanti, ed il Direttore del Museo Diocesano, don Antonio Agostini, invitano a visitare la mostra dal titolo “Gratis Data, il dono della Grazia ai piedi del Vulcano. Valorizzazione dei beni culturali in chiave pastorale nell’anno giubilare”.
La mostra, che sarà inaugurata domenica 13 luglio alle ore 20.00, è stata realizzata con la curatela della dott.ssa Carmela Cappa e la collaborazione con storici dell’Arte e l’associazione Cento Campanili APS e rientra tra i numerosi eventi artistici ideati con la finalità di promuovere momenti di riflessione e conoscenza sul patrimonio culturale ed artistico custodito nelle chiese dei borghi e delle città in seno al territorio diocesano.
“La Grazia come dono gratuito è un tema strategico che permette di coinvolgere non solo chi si occupa di Arte, oppure chi intraprende il percorso del Giubileo come un progetto di fede da rinnovare, ma propone la riscoperta dell’identità individuale e collettiva caratterizzata dall’ interscambio e dall’incontro attraverso le opere d’arte che le chiese della Diocesi da secoli custodiscono mantenendo saldi valori come la Fede, la Bellezza, i Saperi” ha dichiarato don Antonio Agostini.
Il Museo Diffuso, da sempre esistente, tutelato e amato dalle genti che vivono nelle parrocchie della Diocesi, nei luoghi che hanno rappresentato e rappresentano il Sacro sulle pendici del Monte Etna e della costa jonico etnea, si integra con una esposizione temporanea di opere che rappresentano le contrade, i borghi sparsi sui sistemi viari che da sempre animano l’incontro e l’interscambio tra persone e territorio.
Si tratta di una committenza economicamente diversificata che nel corso dei secoli ha commissionato ad artisti famosi e non solo opere di grande pregio: dagli ex voto in rendimento di grazia agli splendidi manufatti custoditi a Randazzo, come il piccolo libro di preghiere con miniature in un dittico in avorio, alle opere di Mancini, di Sciuti, di Grasso, di Platania, opere che, come in una sequenza cinematografica, raccontano di miracoli, dell’Etna e della fede di persone che hanno vissuto questi luoghi.
Sull’importanza della mostra si è soffermata la dottoressa Cappa, che così ha detto: “questo incontro tra Storia, leggenda Fede e Arte risulta particolarmente coinvolgente non per gli addetti ai lavori, ma per tutti, dai discendenti dei contadini, ai pronipoti di quanti da pellegrini hanno camminato sulle trazzere dell’Etna, ai figli dei piccoli imprenditori del vino e del legname, ai pescatori, per ritrovare le radici in un’epoca di diaspora e di fuga dalla nostra terra. Rivivere insieme la vita quotidiana attraverso le opere d’arte la fatica dei contadini, quella fuga spesso senza ritorno dalla Sicilia immortalata nelle opere.”
Presenza tangibile, come riportato nel titolo, è l’Etna, a Muntagna celebrata e temuta al tempo stesso, rispettata e comunque luogo di Fede per la presenza di Santuari, di culti per Santi e Madonne radicati e ancora patrimonio da custodire per le future generazioni.
In occasione del Giubileo come Cammino della Speranza proponiamo un modello di Mostra per riappropriarsi del territorio della Diocesi come luogo di ispirazione, di ricerca, di esperienza emozionale e religiosa. È necessario far conoscere le opere presenti nei territori; abbiamo bisogno più che mai di riappropriarci della coscienza dei luoghi e la mostra che coinvolge direttamente le comunità può attivare questo processo identitario.
La Mostra come nucleo espositivo presso il Museo Diocesano di Acireale si pone come forza centrifuga per animare percorsi guidati e autonomi nei luoghi, favorendo il turismo, ma animando soprattutto momenti relazionali tra gli abitanti dei luoghi.
La Mostra può fornire occasioni per ricerche iconografiche, storiche e documentarie e consente di scoprire, studiare ed approfondire “a due passi da casa” le opere che hanno determinato il profondo cambiamento della cultura nei centri urbani e nei borghi in via di spopolamento irreversibile, paesi del comprensorio jonico etneo, oggi silenziosi e fuori dalle rotte turistiche, che rappresentarono per secoli le sedi delle corti siciliane e fonte economica, come la produzione del baco da seta e la lavorazione della neve, possono diventare almeno per il periodo giubilare attrattori turistici e culturali.
Centri come Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Randazzo, Milo, Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Puntalazzo, Sant’Alfio per citarne alcuni, dove sono custodite opere di straordinaria bellezza, devono riappropriarsi oggi del valore del ‘luogo’ grazie alle loro stratificazioni e complessità storiche, alle tradizioni culturali, al patrimonio artistico, paesaggistico, immaginativo, ai secolari saperi tecno-strumentali.
Costruire percorsi d’arte che permettono di approfondire maestri e scuole diventa lo strumento per restituire ai singoli centri il ruolo di luoghi d’arte e di Fede. Grazie al progetto come incontro di speranza, il dono ricevuto gratuitamente dal passato deve diventare bene comune, conosciuto ed amato.
Si realizzeranno delle giornate di valorizzazione mettendo in luce i beni restaurati con il contributo dell’8Xmille. Al contempo una parte del Museo vedrà l’esposizione di parati sacri, alta espressione di una realtà produttiva locale, protrattasi fino alla metà del secolo scorso. Nelle giornate di valorizzazione l’Associazione Cento Campanili proporrà visite guidate al Museo e all’Archivio diocesano, raccontando le opere d’arte e i documenti in essi custoditi, in alcune chiese appartenute a ordini religiosi e alla Biblioteca centrale diocesana dove saranno esposti volumi di storia locale, storie di benefattori che hanno finanziato la realizzazione di chiese e opere d’arte.