Progetto Policoro: Giovani, Vangelo e Lavoro

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Il Progetto Policoro, promosso a livello nazionale dalla CEI, riattivato ad Acireale nel 2017 dopo alcuni anni di quiescenza, mira a favorire concretamente l’incontro tra domanda ed offerta lavorativa e formativa, con particolare riguardo al mondo giovanile, e a promuovere la crescita delle comunità su cui insiste, nell’alveo della Dottrina Sociale della Chiesa.

Per fornire una visione “a volo d’uccello” sui fondamenti e sui principi ispiratori del Progetto, si riporta di seguito uno stralcio “in virgolettato”, tratto dal sito nazionale www.progettopolicoro.it, cui si rimanda per ulteriori informazioni:

“Il Progetto Policoro è un progetto organico della Chiesa italiana che tenta di dare risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia. Policoro, città in provincia di Matera, è il luogo dove si svolse il primo incontro il 14 dicembre del 1995, subito dopo il 3° Convegno Ecclesiale Nazionale tenuto a Palermo. Si vuole affrontare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile e costruendo rapporti di reciprocità e sostegno tra le Chiese del Nord e quelle del Sud, potendo contare sulla fattiva collaborazione di aggregazioni laicali che si ispirano all’insegnamento sociale della Chiesa.

Ideatore del Progetto Policoro è mons. Mario Operti: nato a Savigliano (Cuneo) nel 1950, sacerdote della diocesi di Torino, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI (1995-2000), deceduto il 18 giugno 2001.

Il metodo sviluppato dal Progetto Policoro consiste nel coinvolgere sempre più sul territorio e in sinergia le diocesi, con l’apporto competente dei direttori degli Uffici e degli animatori di comunità, e le associazioni per evangelizzare il lavoro e la vita, educare e formare le coscienze, esprimere gesti concreti (idee imprenditoriali e reciprocità). Lo stile è quello di aiutarsi a crescere insieme nel rispetto reciproco delle specificità e competenze, nella solidarietà e nella comunione. La virtù cristiana che lo sostiene è la speranza.

  1. Evangelizzare il lavoro e la vita. Il Progetto, a partire dal «reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale, dell’uomo», è un piccolo segno che si spinge sulle frontiere avanzate dell’evangelizzazione: disoccupazione, usura, minori sfruttati, disabili, lavoro nero. In questi luoghi, dove la dignità delle persone è calpestata, il Vangelo realizza il cambiamento, libera dall’oppressione, conduce nella direzione della gioia e della speranza. Il soggetto di questo impegno di evangelizzazione è principalmente la comunità cristiana.
  2. Educare e formare le coscienze. Il Progetto ha una finalità essenzialmente educativa ed è pienamente in linea con gli orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Il triennio di formazione degli Animatori di comunità, che si impegnano assieme ad altri giovani e adulti nel loro territorio, si basa sul Compendio della dottrina sociale della Chiesa, presentato nella sua interezza nei corsi annuali, e sulla Caritas in veritate. Il primo anno sviluppa il tema “La mia missione…” (vocazione, persona, solidarietà, sussidiarietà, bene comune) attingendo ai capitoli 1-4 del Compendio. Il secondo anno “La mia missione… nella e per la città” (famiglia, lavoro, economia e politica), capitoli 5-8. Il terzo “La mia missione… nel e per il mondo” (comunità internazionale, creato, pace, Chiesa) capitoli 9-12.
  3. Esprimere gesti concreti (idee imprenditoriali e reciprocità). Attraverso un metodo globale (evangelizzazione, educazione, gesti concreti) che valorizza la persona nella sua interezza e la società nelle diverse realtà (ecclesiale, istituzionale, associativa) si realizzano così opere concrete (cooperative, consorzi, imprese, microcredito, reciprocità Nord-Sud…) capaci di far germogliare speranza e sviluppo e donano possibilità lavorative a migliaia di giovani e permette loro di sposarsi e generare figli.

I soggetti ecclesiali coinvolti nel Progetto Policoro ai diversi livelli (nazionale, regionale e diocesano) sono: gli Uffici per i problemi sociali e il lavoro, la Pastorale giovanile e la Caritas. Tali Uffici sono supportati dagli Animatori di comunità, laici responsabili mossi ad agire secondo una logica di servizio, con la maggior competenza possibile, con attenzione costante alle persone, specialmente a quelle che non contano, agli ultimi.

I soggetti associativi e istituzionali che partecipano, secondo il proprio carisma specifico, al Progetto, e che si ispirano al prezioso patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa sono: Gioventù Operaia Cristiana (Gioc), Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli), Confcooperative, Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori (Cisl). A questo primo gruppo si sono aggiunti: Coldiretti, Banche di Credito Cooperativo, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid), Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci)”.

A livello operativo, presso i locali della “Fondazione Città del Fanciullo” (sita in via delle Terme, n.80, in Acireale) sarà attivato a breve uno SPORTELLO di INFORMAZIONE su progetti, bandi, opportunità imprenditoriali per giovani e meno giovani e di CONSULENZA sulla costituzione di persone giuridiche.

E’ già attiva la nuova pagina denominata “Progetto Policoro – Diocesi di Acireale”, che sarà utile strumento di interfaccia immediata con l’utenza e di aggiornamento sulle iniziative e sulle possibilità rivolte a giovani e a meno giovani che vogliano coltivare percorsi di formazione, idee imprenditoriali e di sviluppo…

 

Salvo Emanuele Leotta

Animatore di Comunità I anno

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2 Ottobre 2017
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